Immagine della hall di Amabilia Private Suites Milano
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Il tuo ritiro privato nel cuore di Venezia

Un unico appartamento ospitato al piano nobile di Palazzo Soranzo dell’Angelo, storico edificio risalente al XIV secolo a due passi da Piazza San Marco e dal Ponte dei Sospiri. Una dimora raffinata e lussuosamente arredata, ricca di storia e di charme.
«Chiudi gli occhi ed esprimi un desiderio, prima di entrare devi essere pronto a sognare. Lasciati cullare lungo i canali fino a raggiungere con lo sguardo il Ponte dei Sospiri, apri gli occhi e davanti a te c’è un angelo: stai ammirando Ca’ Soranzo dell’angelo. Ora attraversa l’ingresso e respira quell’inebriante leggerezza di chi vola lievemente nell’aria, tra il fantastico e il possibile. Ovunque sussurra di magia e privilegio. Non puoi fare a meno d’innamorarti.» (C.M.)

Una location esclusiva all’interno dello storico Palazzo Soranzo Dell’Angelo

Questa dimora esclusiva, distante due minuti a piedi da Piazza San Marco, è parte del patrimonio culturale di Venezia.
La caratteristica principale del Palazzo, dalla quale deriva l’aggiunta al nome dei proprietari, è l’altorilievo trecentesco di un angelo, posto sulla facciata prospiciente al canale. Ad esso è legata una curiosa leggenda.
Secondo gli Annuali dei Cappuccini di Padre Boverio, infatti, nel 1552 abitava qui un avvocato della Curia Ducale, abile nell’imbrogliare la brava gente malgrado una fervida devozione alla Vergine Maria. Un giorno andò a mangiare da lui tale padre Matteo, il generale dei Cappuccini. Stupito dalla presenza di una scimmia, che aiutava il giurista nelle faccende domestiche, il buon frate s’insospettì, fino a riconoscere nell’alacre bestiola nientemeno che il Demonio. La scimmia, di rimando, si nascose sotto il letto e all’esortazione di Padre Matteo: “Rivelati quel che sei!” rispose: “Sì, sono il Diavolo, e sono venuto in questa casa per prendere l’anima dell’avvocato. Lui mi deve molti dei suoi titoli.”. Il frate: “Perché non l’hai ancora portato all’Inferno?”. La scimmia: “Perché ogni sera pregava Dio e la Madonna. Se solo se ne fosse dimenticato una volta, brucerebbe già tra le fiamme “. Udito ciò, Padre Matteo ordinò al Demonio di andarsene, ma questi pose una condizione: “Non lo farò senza procurar danno”. Il religioso acconsentì: “Uscirai dunque sfondando il muro.” Il demonio uscì e i due continuarono a cenare. D’un tratto, Padre Matteo esortò il giureconsulto a pentirsi delle sue malefatte e, preso un lembo della tovaglia, cominciò a torcerlo fino a farne sgorgare del sangue: “È quello dei poveri”, gli disse, “che hai succhiato con le tue estorsioni”. E lui: “Mi pento e restituirò il maltolto, ma come sistemerò il buco nel muro?”. Fra Matteo lo rassicurò: “Al suo posto porrai l’immagine di un angelo, cosicché i demoni alla sua vista fuggiranno”. Che ci crediate o meno, se aguzzate la vista potrete ancora notare il foro, proprio sopra la testa della serafica figura alata.
Fuor di leggenda, è la storia a dirci che nel XVI secolo fu nientemeno che il Tintoretto ad affrescare la facciata di Palazzo Soranzo dell’Angelo. Di quei preziosi dipinti, però, oggi purtroppo non resta traccia.

Palazzo-Soranzo-dell’Angelo-Venezia